Noleggio piattaforme aeree | Numeri da capogiro

Quando si parla di piattaforme aeree usate non si può non tirare in ballo il tema noleggio, un business che si è enormemente ampliato negli anni e che non ha intenzione di arrestarsi. Se le cifre, in termini di affari, che ruotano intorno alle aziende noleggiatrici italiane non sono ancora da capogiro, in Nord Europa e fuori dal Vecchio continente i numeri crescono a dismisura. Stando a quanto riscontrato da alcuni dati che a breve vi mostreremo, le più grandi società internazionali di noleggio PLE fanno a gara per scalare la classifica dei maggiori colossi di noleggio delle piattaforme aeree nel mondo che tendono a inglobarsi e a far nascere veri e propri colossi del settore. 

Come scrive Pier angelo Cantù in un articolo del 2017 pubblicato sulla rivista IPAF: “Mai come quest’anno, ad esempio, abbiamo visto tante acquisizioni di rilievo, con la tendenza verso la progressiva riduzione delle società pure di noleggio PLE a vantaggio dei grandi multispecialisti. Più Loxam, Cramo, Ramirent, Kiloutou, Zeppelin, per intenderci. I mezzi di accesso aereo saranno però sempre più specializzati e richiesti, e resteranno quindi il perno trainante delle flotte di grandi dimensioni, aprendo nuovi varchi in settori impensabili.”

E in Italia?

 

Un intero universo in divenire dunque quello che riguarda il noleggio delle piattaforme aeree, nel quale l’Italia, almeno per il momento, gioca un ruolo secondario. Sembrerebbe infatti, dati alla mano, che “la flotta complessiva di PLE – inclusi i sollevatori telescopici – disponibile a noleggio in Italia è stimata in circa 50mila macchine. Neanche la metà di quella della sola United Rentals, – il colosso americano numero uno al mondo che presto sbarcherà in Europa – e di poco superiore a quella che si verrebbe a creare quando una tra Loxam o TVH Group (entrambe sulle 16mila unità) riusciranno a ingoiarsi il boccone di Lavendon (oltre 20mila)”, per citare nuovamente Cantù.

 

Nella classifica internazionale delle aziende che noleggiano piattaforme aeree, l’Italia compare solo alla posizione numero 40 con il Gruppo Venpa3, “il più storico player di casa nostra  (3mila mezzi di sollevamento nell’insieme)” seguito da altri grandi noleggiatori nazionali di settore come Nacanco (2.500) e Mollo (idem). I colossi interazionali stentano ad affacciarsi sul mercato italiano perché considerato privo di regole precise e con prospettive dagli scenari indecifrabili; a confermarlo il fatto che dal 2006 ad oggi una crescita non è stata registrata.

Tornando all’articolo di Cantù si legge: “E’ bene, infine, ricordare che nel 2006 il numero della flotta tricolore complessiva contava circa 45mila unità; vale a dire che, dopo dieci anni di crisi, abbiamo giusto recuperato le posizioni di allora”.

In pratica la partita in fatto di giro d’affari legato al noleggio delle piattaforme aeree è ancora tutta da giocare.

Per ulteriori dettagli su questo tema, ti segnaliamo l’articolo integrale di Pier Angelo Cantù.

 

 

 

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